Amo te perché mi va
Il sole mi scaldava mentre il vento mi accarezzava il viso. Era una fresca
mattina di Aprile e fra poche ore i miei genitori avrebbero riconfermato le
promesse fatte vent’anni fa. Chiusi piano la porta e vidi mio padre fissare sua
moglie estasiato. I lunghi capelli erano raccolti in una coda alta, mentre due
ciuffi erano lasciati liberi in modo che le incorniciassero il viso. Il corpo si
muoveva sinuoso e aggraziato nel lungo vestito di seta, mentre delle scarpe
decolté nere annunciavano il suo arrivo. Un leggero trucco la rendeva ancora più
bella di quanto già non fosse, il viso di porcellana la faceva sembrare una
bambola, una di quelle fragile che vengono poste nelle teche per paura che si
rompano. Mio padre le andò in contro finendo con lei quella scalinata che
sembrava senza fine. Un braccio cingeva quella che era la piccola vita di mia
madre e così uscirono dalla porta dirigendosi verso la macchina; dopo averne
udito il rombo mesta mi avviai nell’ampio salotto. Mi avvicinai ad un piccolo
mobiletto in noce, lo aprii con una calma che mi parve infinita e ne presi un
piccolo cofanetto da cui presi un DVD che, in seguito, misi in un vecchio
lettore che solitamente mi era proibito usare. Mi sedetti sull’accogliente
divano di pelle nera con in mano una tinozza di pop-corn; accesi il grande
televisore HD.
Tutti gli anni, il giorno dell’anniversario di matrimonio dei miei genitori
guardavo questo DVD, nel quale era inciso in modo indelebile uno dei giorni più
importanti della loro vita e a cui io non avevo potuto prendere parte non
essendo ancora nata. Dopo averlo visto, aver provato un vortice di emozioni
inspiegabili e aver anche pianto decisi che era giunto il momento di prepararsi,
mi recai in camera dirigendomi verso il mio letto a due piazze, sapevo che mia
madre avrebbe lasciato li per me un vestito da indossare per quell’occasione con
delle scarpe coordinate. Presi il vestito fra le mani e sorrisi in modo
impercettibile; era rosso, il suo colore preferito ma che io odiavo, sospirando
decisi di indossarlo e che almeno per quel giorno avrei potuto accontentarla.
Sembrava che fosse stato disegnato apposta per me: la gonna lasciava scoperte le
gambe e una parte della cosce, la parte superiore era un raffinato coperto
ricoperto al centro di fili intrecciati fra loro, lasciando le mie piccole e
magre spalle scoperte. I saldali bianchi avevano un piccolo tacco.
Mi lisciai i lunghi e mossi capelli che erano dello stesso colore del vestito;
mi truccai leggermente e dopo essermi messa il profumo alla fragola attesi il
suo del campanello che, non si fece attendere molto. Sospirai e velocemente
scesi le scale andando ad aprire la porta.
-Ciao Zio-
-Ciao Tesoro, sei pronta?- Mi chiese con il suo solito sorriso gentile e dolce.
Annuii e chiudendomi il grande portone in mogano alle spalle mi diressi alla sua
macchina, salimmo e partimmo alla volta della chiesa.
Scesi dalla macchina e gli occhi di tutti mi furono subito addosso come se
volessero leggermi dentro, mi sembrava che mi stessero scrutando l’anima e
sconvolta mi fermai sull’imponente portone lasciato aperto per il caldo presente
pur essendo solo Aprile. La mano di mio zio sulla spalla mi infuse quel poco di
coraggio che mi mancava e a passo sicuro questa volte raggiunsi mio padre e mia
madre che mi aspettavano sorridenti. La cerimonia non durò molto e pur essendo
riservata agli amici più intimi fu più volte interrotta dall’arrivo dei
giornalisti. La mia era una delle famiglie più in vista e questo spesso mi
imbarazzava, avevo sempre paura di fare una brutta figura, deludendo così le due
persone più importanti della mia vita…I miei genitori.
Una volta fatte le foto sia per nostro uso privato sia quelle per la stampa
tornammo a casa, dove finalmente avemmo un po’ di privacy e tranquillità. Qui si
tenne il pranzo precedentemente ordinato, non volevamo morire avvelenati per la
cucina di mia madre, con tutti i nostri più cari amici.
Passarono l’intero pomeriggio a scherzare e a rievocare i tempi andati mentre io
tenevo a bada i bambini e li intrattenevo come meglio potevo, per far rimanere
tranquilli almeno oggi i loro genitori, che sembravano essere tornati indietro a
quando erano degli adolescenti.
Verso le quattro portarono il dolce e tutti, compresi le piccole pesti, erano
seduti ai propri posti. Era arrivato il momento. Tremante mi alzai in piedi
picchiettando delicatamente la forchetta da dolce sul fragile bicchiere
richiamando l’attenzione di tutti i presenti che si voltarono verso di me e mi
fissarono incuriositi….ancora una volta mi sembrò che volessero leggermi l’anima
e prima di riuscire ad aprire bocca passarono diversi secondi, secondi che mi
sembrarono interminabili. Invitai tutti i presenti ad entrare in salotto perché
avevo in serbo una piccola sorpresa. Tutti, compresi i miei genitori mi
guardarono incuriositi, ma mi seguirono all’interno senza fare domande. Alcuni
di loro si accomodarono sul divano di pelle, altri sulle sedie del massiccio
tavolo e altri ancora rimasero in piedi, in attesa di una mia mossa. Quando ebbi
constatato che erano tutti presenti, presi il telecomando del lettore DVD e
delicatamente premetti il tasto PLAY.
Fu come un viaggio nel tempo per i miei genitori, così come per tutti gli
invitati, soddisfatta di averli lasciati stupiti e di aver catturato la loro
attenzione senza mettermi in ridicolo come ero solita fare, mi accomodai al
fianco di mio zio che mi aveva cortesemente tenuto il posto.
-Li hai fregati questa volta!-
-Direi di si!- Sorrisi contenta e tornai a fissare le immagini che lente
scorrevano sul televisore.
Girai il volto verso mia madre e la vidi con le lacrime agli occhi mentre mio
padre rimaneva impassibile come al solito, ma sapevo che faceva effetto anche
lui, era come tuffarsi in quelli che erano i più belli e sconvolgenti ricordi
della sua vita.
Il giorno del loro matrimonio.
Mia madre era assolutamente bellissima, 19 anni appena compiuti. Rossa in viso
per l’emozione e l’imbarazzo. Il vestito che indossava la faceva sembrare un
angelo. Il vestito era composto da un unico pezzo di colore rosa antico,
totalmente ricamato con piccole rose, semi trasparente e con un piccolo
strascico, spalline fini e una abbastanza profonda scollatura. Le scarpe del
medesimo colore avevano un tacco piuttosto alto, e mia madre mi aveva raccontato
che aveva fatto diversi giorni con su quelle scarpe per evitare di cadere il
giorno del suo matrimonio. I capelli erano lasciati liberi e mossi che le
ricadevano elegantemente sulle spalle. Lentamente si avviava all’altare
controllando di non inciampare nel vestito e rossissima in volto. Mio padre non
era da meno, rosso anche lui, penso sia l’unica volta in cui lo vidi imbarazzato
e agitato. La cerimonia si svolse lentamente secondo il rito classico e
all’uscita della chiesa i miei genitori corsero in macchina, per recarsi in un
piccolo ristorante italiano che avevano scoperto ,camminando per delle vie
secondarie, qualche mese a dietro. Quando entrarono trovarono tutti i loro più
cari amici ad aspettarli che batterono le mani appena misero piede nel locale.
Facendo diventare mia madre ancora più rossa se possibile mentre mio padre
rideva di gusto guardando la faccia di mia madre.
Passarono il pomeriggio ballando e facendosi scherzi. Alla fine mio padre dedicò
a mia madre questa canzone e fu a questo punto che mia madre scoppiò a piangere,
sia nel filmato sia ora.
Li vidi abbracciarsi teneramente ed iniziare a ballare sulle note di quella
canzone.
Davvero tu credi che
esista una spiegazione
per amare oppure no
ma se c'è ti giuro
io non lo so
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
senza parole, parlami con il cuore
Davvero è come se
tu fossi con me da sempre
tra la gente è dentro di me
nella mia mente
io sento che
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
lasciati amare, lo farò con il cuore
Sei nella mia anima, come il sole
sei nella mia vita ormai, con il cuore
al centro di ogni mia idea
Noi da ieri eppure da sempre
siamo noi da soli
ma insieme perché
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
senza parole, parlami con il cuore
Amo te, amo te, perché mi vai
e sarò con te ovunque sarai
lasciati amare, lo farò con il cuore
Sei nella mia anima, come il sole
sei nella mia vita ormai, con il cuore
al centro delle mie idee, con il cuore
solo per questo amo te
(Massimo di Cataldo – Con il cuore)
Il video si concluse sulle note di questa canzone mentre compariva sullo schermo
una frase.
AMO TE PERCHE’ MI VA
Gli invitati esplosero di nuovo in un applauso mentre mia madre timorosa chiese
una cosa a mio padre.
-Mi ami ancora come allora…Ryou?- le voce le tremava e gli occhi erano bassi, si
fissava le scarpe come se ci fosse qualcosa di interessante, sembrava una
quindicenne alla prima colta che chiede al fidanzatino se le vuole bene.
Vidi il viso di mio padre aprirsi in uno dei suo rari e dolcissimi sorrisi.
-Certo! Come potrei non amare la mia fragolina preferita?!-
Mia madre alzò di colpo il volte e sorrise contenta per poi iniziare a
rincorrere Ryou per la stanza.
-QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON CHIAMARMI FRAGOLA! IL MIO NOME E’ ICHIGO!!!!!-
Alla fine mio padre si fermò e inaspettatamente cinse la vita di mia madre
tappandole la bocca con un bacio. Un bacio pieno di promesse e di conferme, un
bacio ricolmo dell’amore che provavano l’uno per l’altra.
Quella giornata sarebbe rimasta custodita in me gelosamente, era come se avessi
assistito al loro matrimonio.
Allora gente come stateeeeeeeeeee? Spero bene, anche se con me che vi torturo
non ne sono poi tanto sicura ^^”. Allora questa è la mia prima One-shot spero di
non avervi deluso, fatemi sapere che cosa ne pensate. Un bacio.